lunedì 19 marzo 2018

Recensione "Il bazar dei brutti sogni" di Stephen King

L'ironia, la ferocia, la malinconia, l'amore. E la paura, certo. Le storie raccolte qui - venti più una inedita, Il vaso dei biscotti, in esclusiva per questa edizione - toccano tutta la gamma delle emozioni, come ci illustra Loredana Lipperini, curatrice del libro: «Vi spaventerete per un bambino cattivo che uccide e per piccoli demoni che si nutrono del dolore. Imparerete a temere anziani giudici in grado di prevedere la scomparsa degli altri e giornalisti di gossip in grado di provocarla. Uomini in soprabito giallo vi attenderanno in salotto... Vi interrogherete sulla vita dopo la morte. Perché solo la scrittura riesce a parlare la lingua di Dio, e a consolarci dei nostri dolori. A questo servono i sogni, del resto. Anche quelli brutti. Soprattutto quelli brutti».
Non è un mistero il mio amore per Stephen King, ma nonostante questo credo di riuscire ad essere abbastanza obiettiva nei suoi confronti...e quindi lo ammetto, un autore così prolifico, che ha fatto dell'arte di scrivere, un mestiere così meticoloso non sempre riesce ad essere impeccabile...e così ci troviamo spesso di fronte a quelli che per me sono libri stupendi, ma a volte anche a libri che sono così così, ma si parla sempre di tomi di un certo spessore. Nel caso dei racconti però non ci si discosta poi molto da quanto appena detto. Il vantaggio, in questo caso, è che quando ci si imbatte in una delle storie "così così" si fa presto a superarla!
In questo caso specifico ci si trova di fronte a 18 racconti di cui 2 un po' più lunghi degli altri.
Premesso che per "La chiesa d'ossa" e "Tommy" ho poco e niente da dire, nel senso che trattandosi di poesie le ho lette, ma non apprezzate particolarmente, anzi...diciamo che per me la poesia è altra...
Per quanto riguarda le altre storie...innanzitutto, mi stavo dimenticando di dire che ho amato molto tutte le premesse a ogni novella, amo quando King parla direttamente all'Amato Lettore e soprattutto ho apprezzato il raccontarci del processo creativo, di come, in alcuni casi, gli siano venute le idee per alcuni racconti o alcuni passaggi e ambientazioni...dicevo...le altre storie, quelle che mi sono piaciute di più sono:
"Miglio 81", la prima, che racconta di una sorta di macchina infernale (vago riferimento a Christine?) che si mangia i malcapitati che gli capitano a tiro, l'ho trovata ben strutturata, ogni personaggio ben caratterizzato, nel classico stile King, decisamente non delude. 
Ho trovato molto carine anche "Premium Harmony" e "Una rissa per Batman e Robin" e "La duna" tutte brevi ma tutte ben scritte, soprattutto la terza, che racconta di un giudice in pensione che riceve messaggi  misteriosi scritti proprio nella sabbia di una duna, messaggi da cui è ossessionato, non vi dico il perché, ma decisamente il finale mi ha colta di sorpresa.
I racconti che mi sono piaciuti di più sono "Una morte" e "Morale" il primo perchè ho amato il protagonista e la sua umanità, il secondo perché è stato leggere il King che più amo, la storia della scelta che devono affrontare i due protagonisti mi ha lasciata senza fiato.
Non ho amato molto "Blocco Billy", ma semplicemente perché non capisco nulla di baseball.
Per ultimo vi cito ancora "Ur" che, per chi ama la serie della Torre nera, non deve assolutamente perdersi questa breve lettura, davvero intrigante.
Nel complesso una raccolta meritevole, piacevole...a tratti geniale, come solo King sa essere.

4 commenti:

  1. Ciao tesoro, ti ho nominato ad un premio, ti aspetto ❤
    http://lalibreriadibeb.blogspot.it/2018/04/my-world-awards-2018.html

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  2. Ma sai che non ho mai letto niente di King?! Devo rimediare prima o poi.

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  3. Ciao!
    Ti ho nominata per il Tag Conosciamoci un po' meglio.
    Ti lascio il link se vuoi partecipare :)
    https://unabuonalettura.blogspot.com/2018/08/tag-conosciamoci-un-po-meglio.html

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