lunedì 9 marzo 2015

Chi ben comincia #10_2015: "Occhi di Ruben" di Azzurra Targa

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Rubrica a cadenza settimanale ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri.
Regole:
Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria.
Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe).
Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato.
Aspettate i commenti.
L'incubo lavorativo non è ancora finito...mi aspettano ancora due giorni di agonia...speriamo passi presto.
Nel frattempo questa settimana vi voglio proporre l'incipit del libro di una giovane autrice "neo" self-publisher, Azzurra Targa..sono felice di dare spazio a giovani autori promettenti...in questo caso si tratta di un romance, "Occhi di Ruben": la storia d'amore (e di avventura) tra un ragazzo colombiano e una pittrice, che parla di sport, arte e della magica Colombia.
“Dopo di me”  Te lo ritrovi di fronte, non ci si può sottrarre, il bivio della vita arriva.Da anni stavo impalata al centro dell'incrocio a guardarmi intorno, insistevo nel grattarmi la testa, perplessa, senza capire quale fosse la direzione giusta. In verità le strade da percorrere erano tante, forse troppe, e chi era stanca come me non aveva la forza di fare un passo verso nessuna di loro. Magari è vero che “anche il viaggio più lungo comincia con il primo passo”, ma credo fosse proprio quel passo a fregarmi sempre; si portava dietro, noncurante e distratto, l'indecisione e la paura di soffrire ancora. Sarebbe stato semplice se avessi potuto riavvolgere il nastro e tornare alla mia gioventù spensierata, indossare gli occhi ingenui che danno il nome alle cose mai viste, ma col senno di poi, di ciò che sarebbe accaduto. Ci si convince che camminare a ritroso sia la cura di tutti i mali, la magra consolazione di chi mente a se stesso, di chi vigliaccamente pensa d'ingannare il passato con un colpo da maestro, con un eroico gesto di stizza alla vita.
La verità è che il destino sa bluffare benissimo, è abile nel rimescolare le carte e nascondere l'asso e quando meno te lo aspetti è in grado di offrire il lato più sconcertante dei suoi mille volti; conoscevo la sua astuzia e sapevo che avrebbe riservato ostacoli nuovi, spiazzando ogni tentativo di trarlo in inganno.
Così ripenso all'episodio nei campi, perché quella strada volevo imboccarla di corsa, alla velocità della luce, senza avere il tempo di guardarmi alle spalle e di pensare al fardello che il passo portava con sé.
D’altronde, il vizio di infilarmi i fili d'erba tra i denti non lo persi mai, era lo stesso gesto annunciato, fin dall'infanzia. Il carattere, i vizi e le virtù si intravedevano già in tenera età e per quanto mi ostinassi a modificarli nel tempo, per il puro vanto di sentirmi cresciuta, il temperamento rimase immutato, lo stesso di sempre. Quel pomeriggio imboccai lo stradone di campagna consapevole che sarei ripartita da lì, da dove mi ero persa tanti anni prima; in fondo ero sempre io e potevo ritrovarmi.

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