lunedì 20 aprile 2015

Recensione: "Bianca come il latte rossa come il sangue" di Alessandro d'Avenia

TRAMALeo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori "una specie protetta che speri si estingua definitivamente". Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva. Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c'è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l'assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l'ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina, e, come tutte le presenze vicine, più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.


LA MIA RECENSIONE

Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco.
Il bianco infatti è un colore che non sopporto: non ha confini.
Passare una notte in bianco, andare in bianco, alzare bandiera bianca, lasciare il foglio bianco, avere un capello bianco... Anzi, il bianco non è neanche un colore. Non è niente, come il silenzio.
Un niente senza parole e senza musica. In silenzio: in bianco.

È da un po' che volevo leggere romanzo, mi ha sempre incuriosito, ne ho sentito parlare tanto...in modi talmente diversi l'uno dall'altro che cominciavo a chiedermi se davvero non fosse solo una trovata di marketing. Di certo ne ero attratta, non si può  dire che la cover non sia davvero bella! Ed il titolo accattivante. Poi, avendo aderito alla Lotto Reading Challenge dovevo trovare proprio un libro con la copertina bianca...quindi ho colto la palla al balzo...più o meno, in modo, finalmente da farmi la mia personale opinione su questo libro.
Bé...purtroppo non sono tra coloro che amano questo libro...non posso nemmeno dire di averlo odiato, probabilmente non mi è arrivato, non mi ha toccato nel profondo...anzi, l'ho trovato un po' banalotto...forse sono troppo "grande" per questo genere di romanzo, non saprei, ma effettivamente mi sembra rivolto ad un pubblico adolescente, di sicuro è scritto in maniera adolescenziale...ed aggiungerei un po' banale.
Bianca come il latte Rossa come il sangue è un romanzo di formazione, scritto dal punto di vista di Leo, che attraverso le sue riflessioni ci racconta della sua vita di sedicenne, della scuola, degli amici...soprattutto il fedele Niko compagno di avventure e di "sfidoni", e la dolce ed intelligente Silvia l'amica a cui racconta tutta e che c'è sempre...le partite a calcetto e poi l'amore...si perchè Leo è follemente innamorato di Beatrice, la bella Beatrice dai capelli rossi, rossi come il fuoco della passione.

Se fosse cinema: genere ancora da inventare.
Se fosse profumo: la sabbia al mattino presto, quando la spiaggia è sola con il mare.
Colore? Beatrice è rosso. Come l'amore è rosso. Tempesta. Uragano che ti spazza via.
Terremoto che fa crollare il corpo a pezzi.
Così mi sento ogni volta che la vedo. Lei ancora non lo sa, ma un giorno di questi glielo dico.

E poi c'è il tema della sofferenza e della morte....il bianco, il silenzio, di cui Leo ha tanta paura. Beatrice infatti, è malata..il suo sangue è invaso dal bianco e lui la vuole salvare, vuole un futuro per il suo amore. Il problema è che l'incertezza, la sofferenza la voglia di affrontare e combattere la malattia...beh questi temi, che dovrebbero toccare nel profondo...in questo libro non mi hanno emozionata, è tutto affrontato in maniera troppo prevedibile, la trama è esile e strappalacrime (non struggente), i personaggi solo abbozzati, i dialoghi improbabili (la madre di Leo parla come un oracolo), uso della metafora e della similitudine eccessivo e compiaciuto. Diciamo un Moccia per aspiranti intellettuali.

Ma l'amore è un'altra cosa. L'amore non dà pace. L'amore è insonne. L'amore è elevare a potenza. L'amore è veloce. L'amore è domani. L'amore è tsunami. L'amore è rossosangue.

Leo è veramente la fiera delle banalità...e poi diciamocelo, i ragazzi di sedici anni non parlano come Leo, non vivono come Leo...quelli di questo libro sono adolescenti improbabili, quegli adolescenti che gli adulti vorrebbero incontrare, ma che non esistono. Beatrice e la sua malattia sono talmente sullo sfondo in questa storia che è impossibile provare empatia, non si riesce a conoscerla fino in fondo questa Beatrice...troppo idealizzata dal protagonista, ma il personaggio non è stato sviluppato, eppure avrebbe dovuto essere la figura cardine nel processo di crescita di Leo...
Il Sognatore...il prof di storia e filosofia...un mare di banalità, avrebbe potuto essere un gran bel personaggio...invece.

Fa le domande sui dettagli. Solo chi fa domande sui dettagli ha provato a sentire cosa sente il tuo cuore.
I dettagli. I dettagli: un modo da amare davvero.

Poi c'è Silvia (ovvio...Leonardo, Silvia...Beatrice...) che mi è anche piaciuta, ma diciamo che dalla prima pagina si capisce immediatamente dove andrà a parare questo personaggio...non c'è niente di sorprendente, si sa già come andrà a finire...e ok, non è il primo  l'ultimo libro in cui la trama risulta scontata...ma almeno nel mezzo mettiamoci qualcosa di inaspettato.

Io che di fronte a un errore vorrei che la vita avesse il tasto rewind.
Invece la vita non ha quel tasto. La vita va avanti comunque, e suona che tu lo voglia o no, puoi solo alzare o abbassare il volume. E devi ballare. Meglio che puoi.

Non lo so..l'ho già detto, forse se avessi ancora sedici anni avrei apprezzato di più il romanzo, ma ormai temo di essere un po' troppo cresciuta...allora preferisco un banale romance da cui non mi devo aspettare altro che una bella storia d'amore...da questo libro mi aspettavo di più, mi aspettavo una storia di crescita, una storia di sofferenza e d'amore...non ho avuto niente di tutto questo...tante belle parole, ma tutto troppo superficiale e scontato.

Quindi, IL MIO VOTO: ★ ★ ½


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