lunedì 23 febbraio 2015

Recensione: "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn

TRAMA
Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.

LA MIA RECENSIONE
Sono cresciuto tra i libri, in compagnia di amici immaginari che popolavano pagine consunte, con un profumo tutto particolare.
La storia ha inizio nel 1945, in una magica Barcellona, il giorno in cui Daniel Sempere viene portato dal padre al Cimitero dei Libri Dimenticati, un misterioso luogo dove i libri destinati a perdersi nella memoria del tempo possono riposare tra i labirintici e polverosi scaffali per l'eternità: lì la loro anima non si consuma, ma attende pazientemente un nuovo proprietario che possa ridarvi vita e respiro.
«Ci sono cose che si possono vedere solo al buio» rispose, sfoderando un sorriso enigmatico che doveva aver preso in prestito da un romanzo di Dumas.
Daniel e suo padre vivono sopra la libreria di famiglia, e le loro vite ruotano attorno all’amore per i libri. Un giorno, il padre lo porta in un luogo segreto chiamato "Il Cimitero dei Libri Dimenticati".
«Benvenuto nel Cimitero dei Libri Dimenticati, Daniel.»
Secondo un'antica tradizione la prima volta che si entra nel Cimitero si deve adottare un romanzo e impegnarsi a non abbandonarlo mai. Daniel sceglie "L'Ombra del Vento" di Julián Carax e trascorre l'intera notte perso nella sua lettura, finché, stanco, ma felice, capisce che quello che ha tra le mani è un libro speciale. Un libro che cambierà il corso della sua vita.
Un giorno sentii dire a un cliente della libreria che poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccargli il cuore. L’eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale – non importa quanti libri leggeremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo – prima o poi faremo ritorno.
Daniel si innamora della scrittura di Carax, vorrebbe leggerne altri libri, ma viene a sapere che i pochi romanzi pubblicati sono misteriosamente irreperibili sul mercato e per comprenderne la causa inizia ad indagare sulla vita di Carax, portando a galla inquietanti analogie con la sua stessa esistenza.
Le avventure di Daniel nella ricerca di Julian Carax ci accompagnano lungo il corso della sua vita e ci fanno incontrare i tanti personaggi coinvolgenti e affascinanti che popolano la magica e misteriosa Barcellona dell’epoca.
Sono tanti i personaggi che contribuiscono a rendere questo romanzo un'avventura unica e una lettura affascinante.
Vediamo crescere e diventare adulto questo ragazzo sotto l'ombra malinconica e silenziosa di un buon padre e la vivace eloquenza dell'uomo più incredibile che vi capiterà mai di incontrare: Fermín Romero de Torres. Non un personaggio, ma una caricatura capace di stordire con le sue interminabili chiacchiere che se ascoltate a dovere si rivelano rare perle di saggezza. Una vera e propria guida capace di indirizzare Daniel con la prudenza di un genitore e l'ingenua incoscienza che contraddistingue solo i migliori amici.
"Mi ascolti Daniel, il destino si apposta dietro l'angolo, come un borsaiolo, una prostituta o un venditore di biglietti della lotteria, le sue incarnazioni più frequenti. Ma non fa mai visite a domicilio. Bisogna andare a cercarlo."

La malvagità presuppone un certo spessore morale, forza di volontà e intelligenza. L’idiota invece non si sofferma a ragionare, obbedisce all'istinto, come un animale nella stalla, convinto di agire in nome del bene e di avere sempre ragione.
Lo vediamo innamorarsi, non corrisposto,  a dieci anni, e nonostante la differenza d’età, della bellissima Clara, altro personaggio malinconico e tristemente vero.
Nei miei sogni di adolescente, lei e io saremmo sempre stati due amanti che fuggivano in sella a un libro, pronti a dileguarsi in un mondo immaginario fatto di illusioni di seconda mano.
E poi di nuovo, adulto, lo accompagniamo negli incontri con Beatriz…
Bevvi l’ultimo sorso di caffè e la fissai per qualche istante. Pensai che avrei voluto immergermi in quello sguardo sfuggente; che avrei sentito la sua mancanza, quella notte, una volta svanito l’effetto dei trucchi destinati a impressionarla. Pensai al poco che avevo da offrirle e al tanto che avrei voluto ricevere.
Lo vediamo affrontare anni difficili e rocambolesche ricerche per svelare tragiche verità sepolte nella polvere e ricomporre tessere di un mosaico lungo quasi cinquant'anni, in cui le passioni più tragiche e violente sono state protagoniste.
"L'Ombra del Vento", in un intreccio tra presente e passato, ci presenta una storia romanticamente tragica e personaggi avvelenati dai sentimenti più estremi, lacerati dalle passioni più struggenti, impossibilitati dall'amare o odiare se non disperatamente.
Il romanzo di Zafòn scorre su più livelli, intrecciando le trame delle vite di tutte le persone che sono entrante nella vite del misterioso Julian Carax. Il libro va avanti e indietro tra i due personaggi principali, a seconda di chi sta raccontando la storia in quel punto.
E sullo sfondo la guerra che non riesce a prevaricare il tema principale dell’amore per i libri, dell’amore per la vita e per l’amicizia, la storia di Daniel e Julian.
Mi è piaciuto molto, soprattutto ho amato le atmosfere tristi e malinconiche di Barcellona e i personaggi, tutti talmente veri da commuovere. È che in questo romanzo i personaggi raggiungono un dolore completo e perfetto, con le loro storie, le loro sfaccettature, la loro fragilità e le loro debolezze. Non si può fare a meno di comprenderli, non si può evitare di lanciare un sorriso triste neanche a Fumero.
Non posso che consigliarvi di leggerlo…

I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro.


Il mio voto:

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